
Chi assegna il posto auto e ciclomotori nelle aree comuni condominiali
Con recentissima ordinanza la Corte di Cassazione ha stabilito che è di competenza dell’assemblea condominiale determinare la distribuzione dei posti auto e per ciclomotori delle aree comuni condominiali.
Lo ha detto nell’ordinanza n. 16902 del 13 giugno 2023: “La delibera che dispone una diversa distribuzione dei posti auto e dell’area a parcheggio dei ciclomotori per disciplinare lo spazio comune del cortile in modo più utile rientra nelle prerogative assembleari poiché afferisce all’uso della cosa comune e alla sua regolamentazione“.
Leggi anche Occupazione abusiva dei posti auto condominiali (Cass. 30984/2023)
La decisione spetta all’assemblea condominiale
La delibera relativa all’uso degli spazi comuni condominiali può essere assunta dall’assemblea condominiale a maggioranza semplice (art. 1136 co. 5 c.c.). Ciò significa che è sufficiente la maggioranza degli intervenuti in assemblea che rappresenti almeno metà del valore dell’edificio in millesimi tabellari per modificare l’uso delle aree comuni destinate a parcheggio.
Leggi anche: Esempi pratici di delibere condominiali nulle e annullabili
Non tutte le delibere assembleari sull’uso delle aree comuni sono però legittime
La Cassazione è però più volte intervenuta per delimitare l’illegittimità di talune delibere di assemblee di condominio che disciplinavano malamente l’uso delle aree comuni.
Ad esempio quelle delibere che attribuivano un posto auto in area comune senza limiti di tempo; oppure delibere che attribuivano solo a taluni l’uso perenne di parti comuni del condominio senza prevedere una turnazione. Inoltre, sono illegittime anche le delibere condominiali che violano il Regolamento di condominio stesso.
Rimane infatti diritto di ogni condòmino impugnare le delibere assembleari illegittime: lo ha ribadito di recente la Cassazione.
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Sia nel caso in cui l’assemblea condominiale adotti una delibera nulla sia nel caso che ne adotti una annullabile, è necessario procedere con solerzia all’impugnazione della delibera avanti il Tribunale. La legge infatti stabilisce un termine di 30 giorni per impugnare le delibere in caso di annullabilità.
Per poter tutelare i propri diritti di condomino si potrà avviare una mediazione civile che ha dei costi ridotti per poter tentare di raggiungere un accordo stragiudiziale. Questa è fondamentale perché svolge l’importante funzione di interrompere il decorso dei termini di decadenza dell’impugnazione della delibera salvando i diritti della persona.
Inoltre, questa procedura permette di raggiungere un accordo che ha lo stesso valore di una sentenza del tribunale.
Se questo accordo non fosse però possibile o le altre parti non volessero partecipare alla mediazione questa sarà comunque utile per il successivo giudizio civile in quanto il comportamento viene valutato al fine di condannare al pagamento delle spese di giudizio.
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