Rumori molesti in condominio: il risarcimento del danno per intollerabilità delle immissioni di rumore secondo recenti sentenze Cosa fare per tutelarsi dai rumori molesti nel condominio secondo recenti sentenze

Cosa fare per tutelarsi dai rumori molesti nel condominio?

Quando si subisce un danno alla saluta per colpa dei rumori degli altri condomini non è sempre facile capire cosa fare per tutelarsi dai rumori molesti nel condominio.

Anzitutto si può denunciare il fatto all’amministratore condominiale, ma non sempre questa è la soluzione migliore e più efficace perché poi la sanzione per il condòmino rumoroso deve essere approvata dall’assemblea cui partecipa anche… il condòmino rumoroso.

Per questo è importante conoscere cosa fare per tutelarsi dai rumori molesti nel condominio agendo per vie legali.

Recenti sentenze in tema di danni da rumori molesti

La recentissima sentenza del Tribunale di Firenze del 21 aprile 2025 si è pronunciata sul tema dei rumori molesti in condominio e del relativo nascente diritto al risarcimento dei danni subiti.

Questa sentenza è particolarmente interessante perché tratta il tema in modo approfondito e permette di comprendere quali sono i diritti, le tutele e i limiti che devono essere rispettati nel condominio per evitare immissioni fastidiose di rumore.

Il Tribunale di Firenze, in definitiva, ha accolto la domanda della signora che si lamentava delle immissioni di rumore eccessive dei vicini, stabilendo questo risarcimento del danno:

Il danno alla salute patito dall’attrice – di anni 40 alla data del dicembre – riconducibile eziologicamente al sinistro de quo, [ovvero il “danno non patrimoniale temporaneo da lesione alla persona suscettibile di accertamento medico legale che esplica un’incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato, indipendentemente da eventuali ripercussioni sulla sua capacità di produrre reddito”]– viene liquidato ulla scorta delle Tabelle Milanesi del 2024 (alle quali i Tribunali Italiani sono stati invitati a rispettare nella liquidazione dei danni di matrice extracontrattuale v. Cass. 30.6.2011 nr. 14402) e dunque già attualizzato ad oggi, è pari ad euro 10.236 (euro 6659 per il 4% di P.P., euro 2587 per gg 90 di ITP al 25% ed euro 990 per gg 90 di ITP al 10%); sono dovuti gli interessi compensativi parametrati al tasso legale sulla somma devalutata al 18.12.2019 e via via calcolati fino al saldo

Approfondiamo di seguito i temi principali delle immissioni di rumore nel condominio e come tutelare i propri diritti.

-leggi anche: Distanze legali tra costruzioni e immissioni di fumo: il caso del barbeque

Rumori in condominio: quando denunciare i rumori molesti?

Il codice civile tutela il cittadino dalle immissioni di rumore “intollerabili” (art. 844 c..) stabilendo che:

Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi

Questa è la norma cardine sulla quale si basa la valutazione del diritto al risarcimento dei danni per immissioni moleste di rumore anche nei casi in cui questo sia causato dai vicini del condominio. Secondo la legge, qualora venga superato il limite di tollerabilità del rumore si commette un illecito risarcibile.

Il Tribunale di Firenze lo ha motivato con queste parole:

L’art. 844 c.c. vieta tutti i rumori “superiori alla normale tollerabilità”; essa è norma che costituisce una pietra angolare perché individua l’equilibrio tra il diritto del singolo a non subire interferenze nell’esercizio dei propri diritti soggettivi e le regole di pacifica convivenza e solidarietà sociale. In materia di immissioni, il superamento dei limiti di rumore stabiliti dalle leggi e dai regolamenti che disciplinano le attività produttive configura, senz’altro, un illecito, in quanto, se le emissioni acustiche superano la soglia di accettabilità prevista dalla normativa speciale a tutela di interessi della collettività, così pregiudicando la quiete pubblica, a maggior ragione esse, ove si risolvano in immissioni nell’ambito della proprietà del vicino – ancor più esposto degli altri, in ragione della contiguità dei fondi, ai loro effetti dannosi – devono, per ciò solo, considerarsi intollerabili ex art. 844 c.c. e, pertanto, sono illecite anche sotto il profilo civilistico (Cass. civ., 26 giugno 2024, n. 17562 (ord.); Cass. civ., 17 luglio 2023, n. 20447; Cass. civ., 20 dicembre 2018, n. 32943 (ord.); Cass. civ., 6 novembre 2013, n. 25019; Cass. civ., 20 marzo 2012, n. 4394).

In ambito condominale la tutela dalle immissioni di rumore moleste sono particolarmente rilevanti perché la violazione dei limiti di tollerabilità può comportare una lesione del diritto al riposo notturno e del diritto a mantenere uno stile di vita sereno e pacifico nella propria abitazione. Queste le parole del Tribunale di Firenze:

Relativamente a tale ultima voce di danno si richiama il consolidato orientamento della Suprema Corte, secondo il quale l’accertata esposizione ad immissioni rumorose intollerabili può determinare una lesione del diritto al riposo notturno e alla vivibilità della propria abitazione e la prova può essere fornita dal danneggiato anche mediante presunzioni sulla base delle nozioni di comune esperienza, senza che sia necessario dimostrare un effettivo mutamento delle abitudini di vita (Cass. civ. ordinanza 13 aprile 2022 n.11930 e Cass. S.U. sentenza 1 febbraio 2017, n.2611).

-leggi anche: Schiamazzi notturni dalla strada: risarcimento?

Quali sono i danni risarcibili per i rumori molesti in condominio? Il diritto al riposo e alla tranquillità familiare

Anche per quanto riguarda il risarcimento del danno è bene procurarsi in anticipo e al momento giusto le prove che determinano e quantificano il danno subito. Infatti, anche il Tribunale di Firenze ha ribadito che è necessario dimostrare il danno subito:

Ne consegue che il danneggiato che ne chieda in un giudizio il risarcimento, è tenuto a provare di aver subito un effettivo pregiudizio in termini di disagi sofferti in dipendenza della difficile vivibilità della casa, potendosi a tal fine avvalersi anche di presunzioni gravi, precise e concordanti, sulla base però di elementi indiziari (da allegare e provare da parte del preteso danneggiato) diversi dal fatto in sé dell’esistenza di immissioni di rumore superiori alla normale tollerabilità

A questo scopo si potrà, ad esempio, fornire prove come esami medici, visite medico-legali, prove relative al cambiamento delle abitudini quotidiane a causa del rumore, prova dei tentativi di insonorizzazione etc..

Con queste prove si potrà ottenere il giusto risarcimento del danno che è legato alla lesione del diritto alla salute causato dalle immissioni intollerabili di rumore.

Con riguardo, invece, al danno biologico, l’espletata CTU medico legale ha accertato che la rumorosità dell’ambiente in cui l’attrice ha vissuto le ha effettivamente compromesso lo stato di salute

Quali sono i limiti di tollerabilità del rumore stabiliti dalla legge?

La disciplina fondamentale che contiene la determinazione di come si calcolano e quali sono i limiti di tollerabilità dei rumori interni agli edifici si trova nel DPCM 5 dicembre 1997 che contiene la seguente tabellla indicativa dei limiti di tollerabilità acustica (puoi scaricare qui il testo ministeriale completo):

formula tollerabilità immissioni di rumore dpcm 5-12-1997 – Requisiti acustici passivi degli edifici

formula tollerabilità immissioni di rumore dpcm 5-12-1997 – Requisiti acustici passivi degli edifici

ATTENZIONE

Questa disciplina si può applicare solo agli edifici costruiti dopo il 1997 e per alcune tipologie di interventi di ristruttrazione eseguiti dopo il 1997.

AL contrario, qualora l’edificio fosse stato costruito in epoca antecedente non si rimane sprovvisti di tutela.

In questi casi si dovranno comunque applicare i principi giurisprudenziali di precauzione e territorialità di cui abbiamo parlato in questo precedente articolo: Risarcimento danni per rumori molesti: ci rientrano anche i lavori nel condominio

Come si calcolano i limiti di rumore stabiliti dal DPCM 1997

La tabella ministeriale non è di facile comprensione per tutti…

In rete si trovano molti articoli che fanno riferimento ai limiti di 3.5 db notturni e 5 db diurni, ma non è questa la regola applicabile per i rumori molesti in condominio.

La prima colonna di sx della tabella B indica le categorie di edifici, a noi interessa la “categoria A: edifici adibiti a residenza o assimilabili” che corrisponde alla riga 2.

I numeri nelle varie colonne corrispondono ai limiti di decibel a seconda della situazione di riferimento che è rappresentata dagli acronimi Rw / D2m,nT,w / Ln,w / LASmax / LAeq

Vediamo adesso ognuna di queste voci:

  • R’w – Potere fonoisolante apparente
    • Questo parametro misura la capacità di una parete o di un solaio di ridurre la trasmissione del suono tra due ambienti. I valori di R’w si riferiscono agli elementi di separazione tra due distinte unità immobiliari
    • il limite è di 50 db
  • D2m,nT,w – Isolamento acustico standardizzato di facciata
    • Questo parametro misura l’isolamento acustico fornito dalle facciate esterne dell’edificio contro i rumori provenienti dall’ambiente esterno
    • il limite è di 40 db
  • Ln,w – Livello di rumore da calpestio
    • Questo parametro misura il rumore generato da impatti (come il calpestio) trasmesso attraverso i solai
    • il limite è di 63 db
  • LASmax – Livello massimo di pressione sonora
    • Questo è il livello massimo di pressione sonora ponderata A, con costante di tempo slow, per gli impianti a funzionamento discontinuo (come scarichi idraulici, ascensori, etc.)
    • il limite è di 35 db
  • LAeq – Livello equivalente di pressione sonora
    • Questo è il livello equivalente di pressione sonora ponderata A per gli impianti a funzionamento continuo (come impianti di riscaldamento, aerazione, etc.)
    • il limite è di 35 db

La prova dell’intollerabilità utile per quantificare il risarcimento del danno

In generale, per tutelarsi di fronte a immissioni di rumore intollerabili è necessario procurarsi la prova del danno subito. Per questo motivo è necessario procedere facendosi assistere da un legale e da un perito tecnico in modo da verificare in loco se le immissioni di rumore superano i limiti di legge e stabilire quindi in modo definitivo la presenza di un illecito.

Anche nel giudizio avanti il Tribunale di Firenze, infatti, si è proceduto ad eseguire una consulenza tecnica che valutasse le immissioni di rumore:

La C.T.U. fonometrica del giudizio cautelare ha rilevato rumori di calpestio e da caduta oggetti superiori ai limiti consentiti per legge e quindi di per sé intollerabili, specie se si considera che le misurazioni sono state eseguite anche di notte, per cui le immissioni si connotano come intense e frequenti.

-leggi anche: Danni da movida, il Comune è responsabile per il disturbo recato al sonno degli abitanti

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Come denunciare i rumori molesti nel condominio in modo efficace?

Fondamentale in questi tipi di giudizi è lo svolgimento di una perizia tecnica, di parte e d’ufficio. Dimostrare che il rumore supera il limite stabilito è fondamentale per poter procedere poi con la dimostrazione del danno. Per questo è possibile ricorrere a molteplici forme di tutela: si può avviare un ricorso per ATP (accertamento tecnico preventivo) per far “congelare” lo stato dei luoghi in una perizia tecnica prima del giudizio vero e proprio (che normalmente è più lento). Questo procedimento è meno costoso di un giudizio e permette di essere forti nei confronti della controparte prima dell’avvio della causa per portare avanti trattative stragiudiziali.

In alternativa, se le immissioni di rumore sono intollerabili e bisogna agire di urgenza, sarà possibile fare un ricorso urgente ex art. 700 c.p.c. per chiedere un provvedimento veloce da parte del Tribunale.

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