Guida completa su come tutelare i propri diritti ereditari con azioni legali alla luce della recente giurisprudenza

Introduzione

Quando si apre una successione, non sempre i diritti ereditari vengono rispettati.

Tutelare i propri diritti ereditari diventa fondamentale quando ci si trova di fronte a testamenti che violano la legittima, donazioni lesive o comportamenti scorretti di altri eredi.

In questa guida completa su come tutelare i propri diritti ereditari con azioni legali approfondiremo quali sono le forme principali di lesione dei diritti successori.

In particolare, questa lesione può dipendere:

  • dall’esclusione totale dall’eredità (pretermissione)
  • all’assegnazione di una quota inferiore a quella prevista dalla legge

In questi casi, il sistema giuridico italiano offre strumenti specifici per ristabilire l’equilibrio e garantire il rispetto delle volontà della legge.

Come riconoscere la lesione di legittima (quota di legittima)

La lesione dei diritti ereditari si verifica quando le disposizioni testamentarie o le donazioni effettuate in vita dal defunto riducono o annullano la quota di eredità che spetta per legge ai familiari più stretti, chiamati legittimari.

Chi sono i legittimari e come calcolare la quota di legittima

I legittimari sono i soggetti tutelati dalla legge italiana che non possono essere completamente esclusi dall’eredità:

  • Il coniuge (anche separato, ma non divorziato)
  • I figli (legittimi, naturali, adottivi)
  • Gli ascendenti (genitori, nonni)

approfondisci qui le quote che spettano ai legittimari: Quota di legittima nell’eredità: guida pratica per calcolare e tutelare i diritti degli eredi legittimari

Quali sono le tipologie di lesione di legittima

La violazione dei diritti successori può assumere diverse forme:

  • Pretermissione completa: il legittimario viene totalmente escluso dall’eredità tramite testamento. In questo caso, ha diritto a richiedere l’intera quota di legittima prevista dalla legge
  • Lesione parziale della quota: il legittimario riceve una quota di eredità, ma inferiore a quella garantita dalla legge. Può richiedere l’integrazione fino al raggiungimento della quota minima prevista
  • Donazioni lesive: il defunto ha effettuato in vita donazioni che, sommate alle disposizioni testamentarie, riducono la quota disponibile per i legittimari sotto i limiti di legge

Esempio

E’ frequente in tema di eredità che un figlio oppure un coniuge o altri parenti subiscano una lesione dei diritti ereditari perchè il defunto ha scritto un testamento con cui ha deciso di non lasciarli niente. Lo stesso può succedere se il defunto decide di attribuire a uno degli eredi legittimi una quota inferiore a quella che gli spetta. Oppure se il defunto decide di escludere dal proprio testamento totalmente un erede legittimo (es. figlio). Ancora, lo stesso può succedere se il defunto ha donato tutti i suoi beni in vita e, al momento dell’apertura della successione, non residuano più beni per soddisfare le quote degli eredi legittimari.

Lo strumento principale: l’azione di riduzione

Il codice civile prevede che il parente che ha subito una lesione dei diritti ereditari possa agire in giudizio proponendo un’azione di riduzione (art. 564 c.c.) delle disposizioni testamentarie che sono lesive della propria quota di legittima che gli spetta.

In questo modo l’erede “leso” può ridurre quanto altri hanno ricevuto per reintegrare la propria quota che gli spetterebbe. In questo senso ciò che si deve dimostrare in giudizio è:

  • che si è ricevuto meno di quanto astrattamente spetterebbe
  • che altri hanno ricevuto di più, non importa se siano altri eredi o dei donatari

-leggi anche: Coeredi e debiti dell’eredità: guida completa alla ripartizione dei debiti tra gli eredi con casi pratici

Presupposti per l’esercizio dell’azione di riduzione

Per esercitare l’azione di riduzione devono sussistere specifici requisiti:

  • Qualità di legittimario: solo i soggetti indicati dalla legge come legittimari possono proporre l’azione. Non è sufficiente essere eredi legittimi
  • Lesione effettiva: deve essere dimostrata matematicamente la lesione della quota di riserva attraverso la riunione fittizia dell’asse ereditario
  • Accettazione dell’eredità: il legittimario deve aver accettato l’eredità, meglio se con il beneficio di inventario. L’unica eccezione è per il legittimario completamente pretermesso

Procedura e onere probatorio

Molti giudizi vengono persi dagli eredi che hanno subito una lesione dei diritti ereditari perchè non hanno avviato correttamente il giudizio. Infatti, la legge e la giurisprudenza della Cassazione hanno costruito un sistema di regole molto precise anche se complesse che stabiliscono come l’azione di riduzione debba essere promossa.

Per poter far valere i propri diritti di erede e dimostrare che si è ricevuto meno di quanto effettivamente spettava bisogna anzitutto ricostruire il patrimonio del defunto. Questo significa recuperare tutti i documenti che riguardano i beni che erano in possesso del defunto (case, automobili, gioielli, conti correnti, mobili etc… la lista è infinita).

Conoscendo l’effettiva consistenza del patrimonio si può anzitutto comprendere se quello che si è ricevuto integra la propria quota.

Il patrimonio è composto da (relictum + donatum). Questo significa che il patrimonio va calcolato sommando tutto quello che alla data della morte risulta intestato al defunto (crediti e debiti) cui si devono aggiungere il valore di tutte le donazioni che il defunto ha fatto in vita.

Dicevamo infatti che l’erede ben può subire una lesione dei diritti ereditari a causa delle donazioni che il defunto ha fatto in vita.

Riassumendo bisogna prestare attenzione a dimostrare:

  • La propria qualità di legittimario
  • L’ammontare dell’asse ereditario
  • Il valore delle donazioni effettuate dal defunto in vita
  • L’entità della lesione subita
  • L’inesistenza di altri beni su cui soddisfarsi

1) Necessità di precisare il valore del patrimonio

Nelle cause successorie la documentazione è fondamentale. E’ necessario essere ben preparati prima di avviare un giudizio in modo di essere più sicuri del risultato.

La Cassazione infatti prevede delle regole stringenti per la dimostrazione della sussistenza di una lesione dei diritti ereditari. E’ un principio consolidato quello che prevede che l’erede debba fornire una prova precisa del valore del patrimonio del defunto e della lesione della propria quota.

Queste le parole della Cassazione (15465/2024):

il legittimario che agisca in riduzione abbia l’onere d’indicare entro quali limiti sia stata lesa la sua quota di riserva, determinando con esattezza il valore della massa ereditaria, nonché quello della quota di legittima violata

Per dimostrare la consistenza della lesione e del patrimonio, l’erede può anche ricorrere a presunzioni semplici, che devono però rispettare i requisiti di essere gravi, precise e concordati.

2) Precisare la consistenza della lesione dei diritti ereditari

L’importante principio che ha stabilito la Cassazione con queste sentenze è il seguente:

il legittimario, ancorché abbia l’onere di precisare entro quali limiti sia stata lesa la sua quota di riserva, indicando gli elementi patrimoniali che contribuiscono a determinare il valore della massa ereditaria nonché, di conseguenza, quello della quota di legittima violata, senza che sia necessaria all’uopo l’indicazione in termini numerici del valore dei beni interessati dalla riunione fittizia e della conseguente lesione

Questo significa che l’erede che ha subito una lesione dei diritti ereditari non deve svolgere necessariamente una perizia di parte prima del giudizio, può infatti semplicemente allegare l’esistenza di determinati beni che appartenevano al defunto e dichiarare di aver ricevuto meno di quanto effettivamente gli spetta.

Non è quindi necessario affermare precisamente il valore in termini numerici del patrimonio o della propria lesione. Spesso infatti può essere costoso far stimare dei beni, ad es. case o beni mobili.

3) Il dovere del giudice di procedere al calcolo del valore del patrimonio ereditario

Sulla base del principio appena enunciato gli ermellini hanno stabilito che se è diritto dell’erede leso nei propri diritti ereditari affermare la consistenza del patrimonio e della lesione anche per presunzioni, poi sarà compito del giudice procedere alla cosiddetta riunione fittizia del patrimonio.

Questa consiste nel determinare, sommando relictum + donatum, la consistenza del patrimonio ereditario e capire se chi agisce in giudizio ha effettivamente subito una lesione dei diritti ereditari.

Queste le parole della Cassazione:

l’omessa allegazione nell’atto introduttivo di beni costituenti il “relictum” e di donazioni poste in essere in vita dal “de cuius”, anche in vista dell’imputazione “ex se”, ove la loro esistenza emerga (come nella specie) dagli atti di causa ovvero costituisca oggetto di specifica contestazione delle controparti, non preclude la decisione sulla domanda di riduzione, dovendo il giudice procedere alle operazioni di riunione fittizia prodromiche al riscontro della lesione, avuto riguardo alle indicazioni complessivamente provenienti dalle parti, nei limiti processuali segnati dal regime delle preclusioni per l’attività di allegazione e di prova

4) Cosa fare se il defunto ha sperperato il proprio patrimonio con donazioni in vita

La Cassazione ha altresì affermato il seguente principio:

il principio secondo cui il legittimario che propone l’azione di riduzione ha l’onere di indicare e comprovare tutti gli elementi occorrenti per stabilire se, e in quale misura, sia avvenuta la lesione della sua quota di riserva, non può essere applicato qualora il “de cuius” abbia integralmente esaurito in vita il suo patrimonio con donazioni

Il principio comporta che l’erede che agisce per ottenere la propria quota di legittima non deve provare in che misura sia stata lesa la propria quota se il patrimonio del defunto è stato sperperato in vita con donazioni.

-leggi anche: Effetti delle donazioni sull’eredità: differenza tra donazioni dirette e indirette, esempi pratici e la rilevanza del patto fiduciario

Efficacia retroattiva e conseguenze

L’azione di riduzione ha efficacia retroattiva: gli atti lesivi vengono considerati inefficaci fin dal momento della loro conclusione.

Questo significa che:

  • I beni oggetto di riduzione devono essere restituiti liberi da pesi e ipoteche
  • I frutti percepiti devono essere restituiti se il possessore era in mala fede
  • I diritti dei terzi acquirenti sono tutelati solo in presenza di specifici requisiti

Attenzione! Tuttavia, la retroattività incontra limiti finalizzati a bilanciare la tutela dei legittimari con la certezza dei rapporti giuridici. Pertanto, non sempre sarà possibile recuperare un bene specifico e chi è stato leso nei propri diritti ereditari potrebbe 

Petizione ereditaria: come recuperare i beni dell’eredità 

La petizione ereditaria è l’azione attraverso cui l’erede può rivendicare i beni ereditari che si trovano nel possesso di terzi non aventi diritto. Si tratta di uno strumento fondamentale quando i beni dell’eredità sono stati sottratti o trattenuti illegittimamente.

Caratteristiche dell’azione

La petizione ereditaria presenta caratteristiche specifiche che la rendono particolarmente efficace:

  • Natura dichiarativa e restitutoria: l’azione mira sia ad accertare la qualità di erede sia ad ottenere la restituzione dei beni
  • Imprescrittibilità: l’azione di petizione ereditaria non si prescrive mai, salvi gli effetti dell’usucapione sui singoli beni
  • Universalità dell’oggetto: l’azione può riguardare l’intero asse ereditario o singoli beni che ne fanno parte

Legittimazione attiva e passiva

Legittimazione attiva: spetta a chiunque vanti diritti sull’eredità in base alla legge o al testamento, purché abbia accettato l’eredità

Legittimazione passiva: l’azione si propone contro chiunque possieda beni ereditari a titolo di erede senza esserlo effettivamente (erede apparente) o contro terzi che abbiano acquisito beni dall’erede apparente.

Rapporti con altre azioni

La petizione ereditaria può essere cumulata con altre azioni successorie:

  • Impugnazione del testamento
  • Azione di riduzione
  • Azione di simulazione
  • Rivendicazione di singoli beni

Questo cumulo permette una tutela complessiva dei diritti ereditari in un unico processo.

Effetti della sentenza di accoglimento

L’accoglimento della petizione ereditaria comporta:

  • Restituzione dei beni: il convenuto deve restituire tutti i beni dell’eredità in suo possesso
  • Rendiconto dell’amministrazione: se ha amministrato i beni, deve rendere conto dei frutti percepiti e delle spese sostenute
  • Responsabilità per deterioramenti: risponde dei deterioramenti colposi o dolosi arrecati ai beni

Impugnazione del testamento per vizi 

L’impugnazione del testamento rappresenta un’altra fondamentale azione di tutela quando il testamento presenta vizi che ne compromettono la validità.

Questi vizi possono riguardare la forma, la sostanza o le circostanze della redazione.

Cause di nullità del testamento

Il testamento può essere dichiarato nullo per diversi motivi:

  • Vizi di forma: mancato rispetto delle formalità previste per ciascun tipo di testamento (olografo, pubblico, segreto)
  • Incapacità del testatore: il testatore era incapace di testare al momento della redazione per minore età, interdizione o altre cause
  • Illiceità del contenuto: le disposizioni testamentarie contrastano con norme imperative, ordine pubblico o buon costume
  • Impossibilità dell’oggetto: l’oggetto delle disposizioni è impossibile, indeterminabile o inesistente

-leggi anche: Invalidità del testamento per incapacità: guida pratica e recenti sentenze della Cassazione

Annullabilità per vizi della volontà

Il testamento può essere annullato quando la volontà del testatore è stata viziata da:

  • Errore: il testatore ha agito in base a una falsa rappresentazione della realtà, purché l’errore sia essenziale e riconoscibile
  • Violenza: la volontà è stata coartata mediante minaccia di un male ingiusto e notevole, tale da impressionare una persona di normale equilibrio
  • Dolo: il testatore è stato indotto a testare mediante raggiri o artifici di terzi

Incapacità naturale e testamento

Una particolare attenzione merita l’ipotesi dell’incapacità naturale del testatore. Anche se non interdetto, il testatore può trovarsi in stato di incapacità naturale al momento della redazione del testamento per:

  • Malattie mentali temporanee o permanenti
  • Abuso di alcol o sostanze stupefacenti
  • Senilità avanzata con perdita delle facoltà cognitive
  • Stati confusionali dovuti a farmaci o patologie

In questi casi, l’onere della prova dell’incapacità grava su chi impugna il testamento ed è particolarmente rigoroso.

Termini per l’impugnazione

L’azione di annullamento del testamento si prescrive in cinque anni dalla data in cui si è avuta notizia della violazione, e comunque in dieci anni dalla data del testamento.

Diversamente, l’azione di nullità è imprescrittibile e può essere fatta valere in qualsiasi momento.

Altre azioni di tutela dei diritti successori 

Oltre alle azioni principali, esistono altri strumenti processuali che possono essere utilizzati per tutelare i diritti ereditari in situazioni specifiche.

Azione di simulazione

L’azione di simulazione viene utilizzata quando si sospetta che il defunto abbia posto in essere negozi simulati per sottrarre beni all’asse ereditario. Tipiche ipotesi sono:

  • Vendite fittizie a prezzi simbolici
  • Costituzione di società di comodo
  • Intestazioni fiduciarie di beni
  • Donazioni simulate per sfuggire alla disciplina della collazione

Per il successo dell’azione è necessario dimostrare l’accordo simulatorio tra le parti e l’intento di ingannare i terzi.

Revocazione delle donazioni

In casi eccezionali, è possibile ottenere la revocazione delle donazioni effettuate dal defunto per:

  • Ingratitudine del donatario: quando il donatario ha commesso gravi atti contro il donante (tentato omicidio, calunnia, ingiuria grave)
  • Sopravvenienza di figli: se al momento della donazione il donante non aveva figli e successivamente ne ha avuti o ne ha riconosciuti

-leggi anche: Donazioni esentasse? La recente sentenza n. 7442 del 20/3/2024

Azioni risarcitorie

Quando i comportamenti scorretti di altri soggetti hanno causato danni al patrimonio ereditario, è possibile esperire azioni risarcitorie:

  • Risarcimento per sottrazione di beni ereditari
  • Responsabilità dell’amministratore dell’eredità giacente
  • Risarcimento da ritardo nella restituzione dei beni ereditari

Tutele cautelari

Durante il corso del processo, è fondamentale proteggere il patrimonio ereditario attraverso misure cautelari:

  • Sequestro conservativo: per impedire la dispersione dei beni oggetto di controversia
  • Inventario giudiziale: per cristallizzare la composizione dell’asse ereditario
  • Nomina di amministratore giudiziale: quando vi è pericolo di deterioramento dei beni

Tempi e prescrizione delle azioni

La tempestività nell’agire rappresenta un elemento cruciale per la tutela dei diritti ereditari. Ogni azione ha termini specifici di prescrizione che devono essere rispettati.

Termini di Prescrizione Principali

Azione di riduzione: si prescrive in dieci anni dall’apertura della successione. Il termine decorre dalla morte del de cuius, indipendentemente dalla conoscenza della lesione.

Azione di annullamento del testamento: si prescrive in cinque anni dalla notizia della violazione e comunque in dieci anni dalla data del testamento.

Petizione ereditaria: è imprescrittibile, salvi gli effetti dell’usucapione sui singoli beni.

Azione di nullità del testamento: è imprescrittibile e può essere fatta valere in qualsiasi momento.

Sospensione e interruzione della prescrizione

I termini di prescrizione possono essere sospesi o interrotti:

  • Sospensione: si verifica automaticamente nei rapporti tra coniugi e tra genitori e figli minori
  • Interruzione: avviene con la proposizione della domanda giudiziale, il riconoscimento del diritto da parte del soggetto obbligato, o altri atti previsti dalla legge

Strategia temporale

È fondamentale agire tempestivamente per:

  • Evitare la prescrizione dei diritti
  • Preservare le prove (documentali e testimoniali)
  • Impedire la dispersione del patrimonio
  • Minimizzare i costi del contenzioso

Una consulenza legale tempestiva permette di valutare le migliori strategie processuali e di tutelare efficacemente i propri diritti.

Aspetti processuali e strategici

La tutela dei diritti ereditari richiede una strategia processuale articolata che tenga conto delle specificità di ogni caso concreto.

Competenza Territoriale

Foro competente: è sempre il Tribunale del luogo di apertura della successione, ossia il Tribunale del luogo di ultimo domicilio del defunto.

Cumulo di azioni: è possibile proporre nello stesso processo più azioni (impugnazione testamento, riduzione, petizione ereditaria), ottimizzando tempi e costi.

Mediazione Obbligatoria

Dal 2010 è obbligatoria la mediazione civile prima di instaurare controversie in materia successoria. 

Vantaggi della mediazione:

  • Riduzione dei tempi di risoluzione della controversia
  • Minori costi rispetto al processo ordinario
  • Possibilità di trovare soluzioni creative
  • Mantenimento dei rapporti familiari

Prove e consulenze tecniche

La complessità delle controversie ereditarie spesso richiede:

  • Consulenza tecnica d’ufficio: per la valutazione dei beni dell’asse ereditario e il calcolo delle quote
  • Indagini patrimoniali: per ricostruire il patrimonio del defunto e individuare eventuali beni occultati
  • Perizie grafologiche: nei casi di contestazione dell’autenticità del testamento olografo
  • Consulenze medico-legali: per dimostrare l’eventuale incapacità naturale del testatore

-leggi anche: Perizia sul testamento: come verificare se il testamento è falso e difendere i tuoi diritti

Costi e benefici dell’azione

Prima di intraprendere un’azione legale, è importante valutare:

  • Il valore economico dei beni in contestazione
  • Le probabilità di successo dell’azione
  • I tempi presumibili del processo
  • I costi complessivi (avvocato, consulenti, spese processuali)
  • Gli effetti sui rapporti familiari

Conclusioni

La tutela dei diritti ereditari rappresenta un aspetto fondamentale del diritto successorio italiano. Quando ci si trova di fronte a lesioni della propria quota di legittima, sottrazioni di beni ereditari o testamenti viziati, è essenziale conoscere gli strumenti legali disponibili e agire tempestivamente.

I punti chiave da ricordare sono:

  • Riconoscere tempestivamente la lesione dei propri diritti attraverso un’analisi accurata dell’asse ereditario
  • Scegliere lo strumento processuale più adeguato al caso concreto (azione di riduzione, petizione ereditaria, impugnazione testamento)
  • Rispettare i termini di prescrizione per non perdere il diritto di agire
  • Valutare sempre la mediazione come strumento alternativo di risoluzione delle controversie
  • Affidarsi a professionisti specializzati per massimizzare le possibilità di successo

La complessità della materia e la delicatezza delle questioni familiari coinvolte rendono indispensabile un approccio professionale e competente.

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FAQ – domande frequenti

  1. Quando posso considerare lesi i miei diritti ereditari?

    I tuoi diritti ereditari sono lesi quando, come legittimario (coniuge, figlio o ascendente), ricevi una quota di eredità inferiore a quella minima garantita dalla legge, oppure quando vieni completamente escluso dall’eredità attraverso testamento o donazioni del defunto

  2. Quanto tempo ho per agire contro una lesione dei diritti ereditari?

    L’azione di riduzione si prescrive in 10 anni dall’apertura della successione (dalla morte del defunto). Tuttavia, può essere necessario procedere prima alla redazione dell’inventario entro 3 mesi dalla morte della persona. Pertanto, è fondamentale agire tempestivamente per non perdere il diritto di tutelare la propria quota di legittima

  3. Posso impugnare un testamento anche se sono stato nominato erede?

    Sì, puoi impugnare un testamento anche se sei stato nominato erede, qualora ritieni che la quota assegnatati sia inferiore a quella di legittima o se il testamento presenta vizi di forma o di sostanza che ne compromettono la validità

  4. Cosa succede se il defunto ha donato tutti i beni in vita?

    Se le donazioni effettuate in vita hanno leso la tua quota di legittima, puoi esercitare l’azione di riduzione anche contro i donatari, ottenendo la restituzione dei beni necessari a reintegrare la quota di riserva

  5. È obbligatorio tentare la mediazione prima di fare causa?

    Sì, dal 2010 è obbligatoria la mediazione civile prima di instaurare controversie ereditarie. Il tentativo di mediazione deve essere esperito presso un organismo accreditato e può rappresentare un’opportunità per risolvere la controversia in tempi più rapidi e con minori costi

  6. Posso recuperare beni che sono stati sottratti dall’eredità?

    Sì, attraverso l’azione di petizione ereditaria puoi rivendicare i beni ereditari che si trovano illegittimamente nel possesso di terzi. Questa azione è imprescrittibile e molto efficace per recuperare il patrimonio sottratto

  7. Quanto costa tutelare i propri diritti ereditari?

    I costi dipendono dalla complessità del caso e dal valore dei beni in questione. Include spese legali, consulenze tecniche, perizie e spese processuali. È importante valutare il rapporto costi-benefici con un avvocato esperto prima di procedere

  8. Posso agire se sospetto che il testamento sia falso?

    Assolutamente sì. Puoi impugnare il testamento per falsità materiale dimostrando che la scrittura non è del defunto, oppure per falsità ideologica se il contenuto non riflette la reale volontà del testatore al momento della redazione.

  9. È possibile cumulare più azioni nello stesso processo?

    Sì, è possibile e spesso conveniente cumulare diverse azioni (impugnazione testamento, azione di riduzione, petizione ereditaria) nello stesso processo, ottimizzando tempi e costi processuali

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